Le nuove guerre economiche richiedono alti parametri di sicurezza industriale
La Nuova Frontiera della Sicurezza Nazionale ed Economica in Europa passa per le nuove modalità di guerre fra stati ed economie.
Negli ultimi anni, il mondo ha assistito a un’evoluzione profonda delle dinamiche di potere tra le grandi economie globali. Se in passato le guerre si combattevano sui campi di battaglia, oggi il fronte si è spostato nel cyberspazio e nell’economia digitale. La contrapposizione crescente tra l’Occidente, rappresentato da Europa e Stati Uniti, e le potenze emergenti come Cina e Russia ha assunto una forma ibrida: una guerra economico-informatica dove il vero potere è la capacità di destabilizzare sistemi economici, rubare dati strategici e manipolare infrastrutture digitali.
La minaccia cibernetica come strumento di pressione geopolitica
Negli scenari contemporanei, la cyber sicurezza è diventata un pilastro della sovranità nazionale. Attacchi informatici condotti da attori statali o gruppi criminali sponsorizzati da governi ostili sono sempre più sofisticati e mirati. L’obiettivo non è solo paralizzare un sistema informativo, ma minare la fiducia, compromettere dati sensibili, e creare instabilità economica.
Cina e Russia sono spesso al centro delle accuse di campagne di cyber spionaggio, sabotaggi digitali, furti di proprietà intellettuale e disinformazione. La logica è chiara: indebolire le economie concorrenti colpendo le loro infrastrutture digitali critiche.
Le aziende strutturali: il nuovo fronte della difesa europea
In questo contesto, le aziende strutturali italiane ed europee – quelle che operano in settori chiave come energia, telecomunicazioni, trasporti, finanza, manifattura e agroalimentare – rappresentano obiettivi ad alta priorità per gli attori ostili. Un attacco mirato a una rete elettrica nazionale o a un sistema bancario può causare danni enormi, sia in termini economici sia di fiducia pubblica.
L’Italia, come membro fondatore dell’Unione Europea, ha la responsabilità – e l’interesse – di rafforzare la resilienza cibernetica delle proprie imprese strategiche. La sicurezza non è più un’opzione, ma una necessità integrata nella governance aziendale, con investimenti mirati in cyber defense, threat intelligence, sistemi di risposta rapida e formazione del personale.
Un’urgenza che diventa opportunità
La crescente tensione geopolitica offre anche un’opportunità: quella di accelerare la transizione digitale sicura dell’industria europea. La nascita di un ecosistema di Cyber Security “Made in Europe”, autonomo da fornitori extraeuropei e basato su standard comuni, rappresenta non solo una misura di protezione, ma anche una leva competitiva.
L’Italia ha già mosso i primi passi in questa direzione con la creazione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e investimenti significativi previsti dal PNRR. Ma è essenziale che anche le PMI, le università e le startup tecnologiche vengano coinvolte in una strategia integrata.
Conclusione
La guerra economico-informatica non è un’ipotesi futuribile, ma una realtà presente. Per affrontarla, serve una cultura della sicurezza diffusa, una visione strategica europea e la consapevolezza che la cyber resilienza è parte integrante della competitività economica. Ogni azienda, ogni settore e ogni Stato devono fare la propria parte per proteggere il cuore digitale dell’Europa.
Per ogni imprenditore o manager d’azienda oggi è fondamentale porsi queste tre domande:
- La tua azienda ed i suoi sistemi produttivi corrono maggiori rischi di un tempo oggi?
- I sistemi di fabbrica sono sufficientemente protetti da poter ritenere che possa essere in grado di assorbire un attacco cyber?
- Quanto costerebbe alla tua azienda non essere in grado di poter gestire un attacco informatico industriale?
Poter rispondere a queste domande in modo concreto diventa oggi un’esigenza imprescindibile.